22.7 C
Rome
sabato, Luglio 27, 2024
HomeTARQUINIAI Carabinieri restituiscono al museo di Tarquinia 7 reperti archeologici

I Carabinieri restituiscono al museo di Tarquinia 7 reperti archeologici

Date:

Nella mattinata odierna il Comandante del Gruppo Carabinieri TPC di Roma, unitamente al Comandante del Nucleo Carabinieri TPC di Cosenza, ha consegnato al Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia 7 preziosi reperti archeologici recuperati nel Regno Unito nel corso delle attività svolte nell’ambito dell’indagine convenzionalmente denominata “ACHEI”, coordinate dalla Procura della Repubblica di Crotone. L’evento si è svolto alla presenza del Prefetto di Viterbo, del Direttore Generale Musei del MiC, del Comandante del Comando Provinciale Carabinieri di Viterbo, del Direttore Regionale Musei Lazio e del Soprintendente A.B.A.P. per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale, Dott.ssa Marherita Eichberg nonché delle Autorità Civili, Militari e Religiose provinciali e cittadine.

I preziosi reperti riconsegnati, di eccezionale valore archeologico, consistono in:

– Resti di calice etrusco di bucchero. Mancano lo stelo e la base. Produzione Etruria meridionale, ambito ceretano (Cerveteri)- tarquiniese-vulcente;

– pendente italico (cultura picena, Fase Piceno IV A) a doppia protome di toro, in bronzo, con foro di sospensione e resti di perno di ferro. (Età del Ferro/VI sec. a.C.);

– stamnos etrusco in bronzo con anse terminanti a forma di mani e relativo coperchio di lamina di bronzo e pomello massiccio decorato, prodotti in Etruria, in particolare nel centro etrusco di Vulci, e in ambiente italico – epoca V-IV sec. a.C. con attardamenti nel periodo ellenistico;

– vaso etrusco biconico monoansato in ceramica di impasto con relativa scodella- coperchio di produzione villanoviana da ambito etrusco-italico. Datazione: IX-VII sec. a.C. La scodella-coperchio e l’ossuario biconico sono elementi fondamentali comuni della civiltà Villanoviana, una delle più rappresentative culture dell’età del Ferro italiana;

– olla a coste con orlo a tesa arrotondato, decorato all’interno con cinque solchi concentrici, breve collo cilindrico, corpo globulare decorato con strigilature (costolature) che arrivano molto oltre la metà del corpo. Produzione dell’Etruria meridionale/del Latium vetus, largamente diffusa dall’VIII fino alla prima metà del VI sec. a.C.;

– pendente italico (cultura picena, Fase Piceno IV A) a doppia protome di toro, in bronzo, con foro di sospensione e resti di perno di ferro. (Età del Ferro/VI sec. a.C.);

– resti di calice etrusco di bucchero. Mancano lo stelo e la base. Produzione Etruria meridionale, ambito ceretano (Cerveteri)- tarquiniese-vulcente;

Gli straordinari reperti archeologici restituiti, di ingentissimo valore sia storico- culturale, sia economico, sono stati rintracciati nel contesto di una complessa attività d’indagine dei Carabinieri del Nucleo T.P.C. di Cosenza che ha acclarato, inequivocabilmente, l’esistenza di un vasto traffico su scala nazionale e internazionale – con ramificazioni in Gran Bretagna, Francia, Germania e Serbia – di reperti archeologici italiani. Le indagini, condotte dal maggio 2017 e concluse nel luglio 2018, hanno consentito di accertare i sistematici saccheggi di più squadre di “tombaroli” che, con una articolata suddivisione di competenze e ruoli, garantivano al mercato clandestino un flusso continuo di beni archeologici, di ingente valore economico, inseriti in articolati e complessi canali di ricettazione in Italia e all’estero.

L’operazione si è conclusa con l’emissione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari da parte del G.I.P. del Tribunale di Crotone, su richiesta della locale Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini, nei confronti di 23 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di danneggiamento del patrimonio archeologico dello Stato, impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato, ricettazione ed esportazione illecita, nonché l’esecuzione di 80 decreti di perquisizione nei confronti di altrettanti soggett indagati in stato di libertà.

L’odierna restituzione al patrimonio dello Stato dei beni culturali recuperati è frutto di azioni complesse, compiute in stretta sinergia con gli organi centrali e periferici del MiC, nonché dell’impegno e la professionalità di donne e uomini, militari e civili, altamente specializzati nello specifico settore, che hanno consentito di salvare importanti testimonianze dell’identità collettività che ci raccontano la loro storia e, di riflesso, la nostra.

Condividi

Articoli Correlati

Piendibene, Manila Esposito: “Orgoglio di Civitavecchia all’Inizio delle Olimpiadi di Parigi 2024”

L’inizio delle Olimpiadi di Parigi 2024 rappresenta un momento che celebra il valore dello sport in tutto il mondo. Le Olimpiadi rappresentano non solo competizione e medaglie, ma anche l'importanza del lavoro di squadra, dell'impegno senza scorciatoie, della disciplina e della lealtà

Il Polo Democratico: Fiducia in Piendibene per il Nuovo CDA di CSP

Il Polo Demicratico “Lista Grasso” registra con apprensione quanto legittimamente attuato dall’amministrazione Piendibene circa la sostituzione dell’attuale governance di CSP.

Civitavecchia, Bonafoni (Pd): bene delibera su salario minimo per contratti del Comune

È davvero un bel segnale la delibera approvata oggi dalla nuova amministrazione comunale di Civitavecchia, che stabilisce nuove regole per tutte le procedure di gara. La delibera di giunta prevede che nei lavori, servizi e forniture oggetto di appalto e concessioni, il personale impiegato riceva un salario minimo di 9 euro l'ora

Mari (Fdi): bene la transizione ecologica del mimit, ora da enel ci aspettiamo più investimenti e rispetto dei contratti in essere

L’accelerazione impressa dalla riunione presso il MIMIT alla transizione del polo energetico di Civitavecchia è un ottimo risultato. Dopo mesi di duro lavoro, con la Regione Lazio che si è posta nel ruolo di coordinamento delle istanze provenienti dal comune, dalle organizzazioni sindacali e dalle associazioni

Vasto Incendio di Vegetazione a Roma: Intervento dei Vigili del Fuoco e Protezione Civile

Nella tarda mattinata di ieri, 25 luglio 2024, un vasto incendio di vegetazione si è sviluppato in via S. Maria di Galeria, nel comune di Roma. Sul posto sono prontamente intervenuti i Vigili del Fuoco di Bracciano, il DOS 26 (Direttore delle Operazioni di Spegnimento), i colleghi VVF dell’AIB di Cerveteri e numerose associazioni
spot_imgspot_img

Nella mattinata odierna il Comandante del Gruppo Carabinieri TPC di Roma, unitamente al Comandante del Nucleo Carabinieri TPC di Cosenza, ha consegnato al Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia 7 preziosi reperti archeologici recuperati nel Regno Unito nel corso delle attività svolte nell’ambito dell’indagine convenzionalmente denominata “ACHEI”, coordinate dalla Procura della Repubblica di Crotone. L’evento si è svolto alla presenza del Prefetto di Viterbo, del Direttore Generale Musei del MiC, del Comandante del Comando Provinciale Carabinieri di Viterbo, del Direttore Regionale Musei Lazio e del Soprintendente A.B.A.P. per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale, Dott.ssa Marherita Eichberg nonché delle Autorità Civili, Militari e Religiose provinciali e cittadine.

I preziosi reperti riconsegnati, di eccezionale valore archeologico, consistono in:

– Resti di calice etrusco di bucchero. Mancano lo stelo e la base. Produzione Etruria meridionale, ambito ceretano (Cerveteri)- tarquiniese-vulcente;

– pendente italico (cultura picena, Fase Piceno IV A) a doppia protome di toro, in bronzo, con foro di sospensione e resti di perno di ferro. (Età del Ferro/VI sec. a.C.);

– stamnos etrusco in bronzo con anse terminanti a forma di mani e relativo coperchio di lamina di bronzo e pomello massiccio decorato, prodotti in Etruria, in particolare nel centro etrusco di Vulci, e in ambiente italico – epoca V-IV sec. a.C. con attardamenti nel periodo ellenistico;

– vaso etrusco biconico monoansato in ceramica di impasto con relativa scodella- coperchio di produzione villanoviana da ambito etrusco-italico. Datazione: IX-VII sec. a.C. La scodella-coperchio e l’ossuario biconico sono elementi fondamentali comuni della civiltà Villanoviana, una delle più rappresentative culture dell’età del Ferro italiana;

– olla a coste con orlo a tesa arrotondato, decorato all’interno con cinque solchi concentrici, breve collo cilindrico, corpo globulare decorato con strigilature (costolature) che arrivano molto oltre la metà del corpo. Produzione dell’Etruria meridionale/del Latium vetus, largamente diffusa dall’VIII fino alla prima metà del VI sec. a.C.;

– pendente italico (cultura picena, Fase Piceno IV A) a doppia protome di toro, in bronzo, con foro di sospensione e resti di perno di ferro. (Età del Ferro/VI sec. a.C.);

– resti di calice etrusco di bucchero. Mancano lo stelo e la base. Produzione Etruria meridionale, ambito ceretano (Cerveteri)- tarquiniese-vulcente;

Gli straordinari reperti archeologici restituiti, di ingentissimo valore sia storico- culturale, sia economico, sono stati rintracciati nel contesto di una complessa attività d’indagine dei Carabinieri del Nucleo T.P.C. di Cosenza che ha acclarato, inequivocabilmente, l’esistenza di un vasto traffico su scala nazionale e internazionale – con ramificazioni in Gran Bretagna, Francia, Germania e Serbia – di reperti archeologici italiani. Le indagini, condotte dal maggio 2017 e concluse nel luglio 2018, hanno consentito di accertare i sistematici saccheggi di più squadre di “tombaroli” che, con una articolata suddivisione di competenze e ruoli, garantivano al mercato clandestino un flusso continuo di beni archeologici, di ingente valore economico, inseriti in articolati e complessi canali di ricettazione in Italia e all’estero.

L’operazione si è conclusa con l’emissione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari da parte del G.I.P. del Tribunale di Crotone, su richiesta della locale Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini, nei confronti di 23 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di danneggiamento del patrimonio archeologico dello Stato, impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato, ricettazione ed esportazione illecita, nonché l’esecuzione di 80 decreti di perquisizione nei confronti di altrettanti soggett indagati in stato di libertà.

L’odierna restituzione al patrimonio dello Stato dei beni culturali recuperati è frutto di azioni complesse, compiute in stretta sinergia con gli organi centrali e periferici del MiC, nonché dell’impegno e la professionalità di donne e uomini, militari e civili, altamente specializzati nello specifico settore, che hanno consentito di salvare importanti testimonianze dell’identità collettività che ci raccontano la loro storia e, di riflesso, la nostra.

Condividi

Iscriviti

- Non perdere mai una notizia con le notifiche

- Ottieni pieno accesso ai nostri contenuti premium

- Naviga gratuitamente da un massimo di 5 dispositivi contemporaneamente

Ultimi articoli

spot_img

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui