Amicizia, cammino, speranza. Sono le vie presentate dal vescovo Gianrico Ruzza nel convegno «L’amicizia della Chiesa con l’arte», organizzato ieri a Cerveteri dalle diocesi di Porto-Santa Rufina e di Civitavecchia-Tarquinia, con l’intervento del gesuita Filippo Carlomagno.
La Sala Ruspoli, messa a disposizione dal Comune di Cerveteri che ha patrocinato l’iniziativa, ha fatto anche da cornice alle opere dei 44 artisti che hanno partecipato alla Mostra collettiva “Maria Pellegrina della Pace”, seguita al concorso indetto dalla diocesi di Porto-Santa Rufina per l’Anno Mariano. L’allestimento è stato curato da Associazione culturale in ARTE. Presenti tra gli altri don Gianni Sangiorgio, parroco di Parrocchia S. Maria Maggiore Cerveteri ; il sindaco Elena Gubetti; la vicesindaca Federica Battafarano; l’assessore alla cultura di Città di Ladispoli Margherita Frappa, che è presidente della Biennale della Rivieria Romana.
«L’artista – ha detto il pastore – esprime ciò che in lui suscita la visione, la contemplazione potremmo dire in moti casi, della realtà. C’è la ricerca interiore, l’esplorazione delle vie invisibili del vero e del bello, la costruzione dell’armonia».
Condizione storiche, profonde esigenze antropologiche e spirituali, esigenza di condividere qualcosa di bello sono alcune delle «trame» nelle quali Carlomagno legge l’amicizia dell’uomo con l’arte. E di conseguenza da esse emerge il legame tra la Chiesa con l’arte. Attraverso una ricognizione biblica e del pensiero estetico l’esperto d’arte espone il «nodo cruciale: l’opera dell’artista nella Chiesa è quello di mostrare la memoria della promessa di presenza e salvezza, di custodia e fedeltà di Dio nella storia degli uomini».
Dopo il dialogo con i partecipanti, coordinato da Vincenzo Mannino, è seguita la premiazione delle opere vincitrici da parte di Egildo Spada e di Stella Mitri della commissione di arte Sacra della diocesi: «Maria pellegrina del mondo» di Artista Sebastian Sanchez (Primo classificato), «Signora Maria Madre di Dio, proteggi i bambini e i più deboli» di Napoleon Alberto Romualdo (secondo classificato), «Fonte di vita» di Stefano Imbratta (terzo classificato).