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Vescovo Ruzza: “Il fuoco benedetto ha illuminato il buio delle tenebre in questa notte beata”

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Il fuoco benedetto ha illuminato il buio delle tenebre in questa «notte beata» che sola ha «meritato di conoscere il tempo e l’ora in cui Cristo è risorto dagli inferi». È la notte che splende come il giorno e che dischiude il giorno senza notte. Le parole del preconio pasquale hanno introdotto la Veglia Pasquale che ripercorre tutta la storia della salvezza custodita nella Sacra Scrittura.

Questa preghiera radicata nei secoli è stata presieduta dal vescovo Gianrico Ruzza nella cattedrale dei Sacri Cuori di Gesù e Maria a La Storta, piena di fedeli che oggi come ieri riconoscono nella Notte di Pasqua il centro della vita cristiana.

«La liturgia ci permette di compiere un viaggio: dalle tenebre alla luce, liturgia della Luce; dalla durezza del cuore alla liberazione, liturgia della Parola; dalla pena della vita alla gioia dei salvati, liturgia Battesimale; dalla morte interiore alla pienezza della vita, liturgia Eucaristica», ha spiegato il vescovo nell’omelia». Contemplazione della prima creazione e della seconda che è «la vera Pasqua, il passaggio dal limite alla pienezza, il segno della generosità di Dio che non ci abbandona nella fragilità e nell’errore e ci libera».

La vita nuova donata da Dio in Gesù, ha ricordato il pastore, è la vera gioia che deve essere estesa all’universo universo: «lo slancio della generosità, che apprendiamo dal Dio che permette che Suo Figlio sia immolato per amore, deve essere anche la nostra generosità, deve far emergere in noi il sogno ed il pensiero della sete della salvezza per ogni uomo e per tutta la creazione».

Rinati nel battesimo, i cristiani fanno esperienza della misericordia di Dio, che dalla miseria, dalla tristezza e delle fatiche ci apre la via della speranza, quella attraverso cui tutto può «essere ricostruito nell’Amore e con l’Amore».

Pasqua è la fede nel grande Mistero del passaggio di «ogni morte alla vita piena e vera», ha concluso il vescovo: «Non possiamo fermarci, anzi dobbiamo camminare con la gioia nel cuore, malgrado tutto e con la certezza di vivere il nostro cammino insieme al Signore che, nel Suo Figlio amato e prediletto, ha scelto di stare dalla parte dei poveri e degli sconfitti della storia».

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Il fuoco benedetto ha illuminato il buio delle tenebre in questa «notte beata» che sola ha «meritato di conoscere il tempo e l’ora in cui Cristo è risorto dagli inferi». È la notte che splende come il giorno e che dischiude il giorno senza notte. Le parole del preconio pasquale hanno introdotto la Veglia Pasquale che ripercorre tutta la storia della salvezza custodita nella Sacra Scrittura.

Questa preghiera radicata nei secoli è stata presieduta dal vescovo Gianrico Ruzza nella cattedrale dei Sacri Cuori di Gesù e Maria a La Storta, piena di fedeli che oggi come ieri riconoscono nella Notte di Pasqua il centro della vita cristiana.

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La vita nuova donata da Dio in Gesù, ha ricordato il pastore, è la vera gioia che deve essere estesa all’universo universo: «lo slancio della generosità, che apprendiamo dal Dio che permette che Suo Figlio sia immolato per amore, deve essere anche la nostra generosità, deve far emergere in noi il sogno ed il pensiero della sete della salvezza per ogni uomo e per tutta la creazione».

Rinati nel battesimo, i cristiani fanno esperienza della misericordia di Dio, che dalla miseria, dalla tristezza e delle fatiche ci apre la via della speranza, quella attraverso cui tutto può «essere ricostruito nell’Amore e con l’Amore».

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