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sabato, Luglio 27, 2024
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Scotto, chi ha paura della statua di San Giovanni Paolo II?

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Ci sono alcuni volti che hanno un sorriso particolare.

Si dice che lo sguardo sia lo specchio dell’anima, ma un sorriso di rara dolcezza smuove le montagne e fa tremare gli abissi.

Karol Wojtyla era un’anima prescelta e il sorriso che Dio aveva impresso sul suo volto è stata la prova di quanto il mondo intero lo abbia sempre amato.

Quest’uomo, questo Papa, questo Santo speciale, è parte della nostra storia, la storia dell’Italia, insieme ai suoi profondi e veri valori di fede cristiana e soprattutto di amore per l’umanità.

Il progetto da noi presentato inizia proprio da questo sorriso, al quale abbiamo dedicato, più di due anni fa, un’iniziativa importante che avrebbe dovuto vedere la luce prima che scoppiasse la pandemia, ossia quella di far costruire e dedicare una statua proprio a San Giovanni Paolo II.

Abbiamo smosso mari e monti e aspettato che le istituzioni pubbliche politiche riconoscessero l’importanza di questo gesto. Nel tempo pandemico abbiamo atteso con pazienza e grande fiducia che si aprissero le acque di un mare troppo grande all’interno del quale sono finite però lentamente la maggior parte delle lettere da noi inviate e dei richiami di approvazione protocollati per qualcosa che sembrava svanire drasticamente nel nulla, giorno dopo giorno.

Allora il nostro obiettivo ha abbracciato con grande coraggio e speranza la certezza che forse l’aiuto sarebbe arrivato da qualche altra parte. Ed è stato così. Hanno cominciato a muoversi i comuni cittadini, e subito dopo di loro, gli stessi sindaci delle città in cui queste persone così speciali vivevano.

Quarantacinque comuni che collaborano a questo grande progetto, quarantacinque piccole e grandi realtà italiane che hanno abbracciato insieme a noi questo sogno e che lo stanno realizzando. Un filo che collegherà attraverso tutta l’Italia il ricordo e soprattutto il coraggio di unire le forze di tanti per dare un nome alla nostra memoria.

Sappiamo bene che le cose che riguardano ciò che di valore viene tramandato da testimoni come Karol Wojtyla, sono sempre ostacolate.

Questo però ci ha solo resi più forti.

Forti del nostro convincimento.

Forti della nostra consapevolezza.

Forti dei nostri valori.

E se il desiderio di far erigere una statua dedicata a Giovanni Paolo II non si arresta (stiamo ultimando il progetto relativo al basamento) dalla nostra parte abbiamo i grandi numeri dei cittadini italiani che vogliono conservare una memoria storica da tramandare alle nuove generazioni.

Dopo questo grande atto di fiducia che sta correndo come un Tam Tam in tantissime regioni italiane, avvieremo anche un’importante raccolta fondi per non disperdere nemmeno una goccia del nostro sudore e poterla rendere così finalmente concreta.

Quello che ancora ci domandiamo è perché alcuni personaggi della politica continuino a tramare nell’ombra per ostacolare la progettazione finale della statua da posizionare nella mia storica città: Civitavecchia. E come sia possibile che decine di comuni italiani abbiano risposto all’appello della nostra associazione, pur essendo lontani anche trecento chilometri dalla nostra città, mentre Civitavecchia e le sue istituzioni sembrano addormentate di un sonno così poco costruttivo e inconcludente.

Questo però non mi fermerà e non ci fermerà.

E se siamo arrivati fin qui è perché il tempo ci ha dato ragione soprattutto quando a sostenerci sono in questo momento, centinaia di persone che da ogni regione muovono tutte insieme una forza unica che porta avanti gli entusiasmi di ognuno di noi.

Quando il bene è superiore numericamente forse ci sarebbe da riflettere sulle conseguenze ovvie di una remata in senso opposto.

Io ci sono, e ci sarò sempre, finché il mio cuore continuerà a battere.

Alessandro Scotto

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Quest’uomo, questo Papa, questo Santo speciale, è parte della nostra storia, la storia dell’Italia, insieme ai suoi profondi e veri valori di fede cristiana e soprattutto di amore per l’umanità.

Il progetto da noi presentato inizia proprio da questo sorriso, al quale abbiamo dedicato, più di due anni fa, un’iniziativa importante che avrebbe dovuto vedere la luce prima che scoppiasse la pandemia, ossia quella di far costruire e dedicare una statua proprio a San Giovanni Paolo II.

Abbiamo smosso mari e monti e aspettato che le istituzioni pubbliche politiche riconoscessero l’importanza di questo gesto. Nel tempo pandemico abbiamo atteso con pazienza e grande fiducia che si aprissero le acque di un mare troppo grande all’interno del quale sono finite però lentamente la maggior parte delle lettere da noi inviate e dei richiami di approvazione protocollati per qualcosa che sembrava svanire drasticamente nel nulla, giorno dopo giorno.

Allora il nostro obiettivo ha abbracciato con grande coraggio e speranza la certezza che forse l’aiuto sarebbe arrivato da qualche altra parte. Ed è stato così. Hanno cominciato a muoversi i comuni cittadini, e subito dopo di loro, gli stessi sindaci delle città in cui queste persone così speciali vivevano.

Quarantacinque comuni che collaborano a questo grande progetto, quarantacinque piccole e grandi realtà italiane che hanno abbracciato insieme a noi questo sogno e che lo stanno realizzando. Un filo che collegherà attraverso tutta l’Italia il ricordo e soprattutto il coraggio di unire le forze di tanti per dare un nome alla nostra memoria.

Sappiamo bene che le cose che riguardano ciò che di valore viene tramandato da testimoni come Karol Wojtyla, sono sempre ostacolate.

Questo però ci ha solo resi più forti.

Forti del nostro convincimento.

Forti della nostra consapevolezza.

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Dopo questo grande atto di fiducia che sta correndo come un Tam Tam in tantissime regioni italiane, avvieremo anche un’importante raccolta fondi per non disperdere nemmeno una goccia del nostro sudore e poterla rendere così finalmente concreta.

Quello che ancora ci domandiamo è perché alcuni personaggi della politica continuino a tramare nell’ombra per ostacolare la progettazione finale della statua da posizionare nella mia storica città: Civitavecchia. E come sia possibile che decine di comuni italiani abbiano risposto all’appello della nostra associazione, pur essendo lontani anche trecento chilometri dalla nostra città, mentre Civitavecchia e le sue istituzioni sembrano addormentate di un sonno così poco costruttivo e inconcludente.

Questo però non mi fermerà e non ci fermerà.

E se siamo arrivati fin qui è perché il tempo ci ha dato ragione soprattutto quando a sostenerci sono in questo momento, centinaia di persone che da ogni regione muovono tutte insieme una forza unica che porta avanti gli entusiasmi di ognuno di noi.

Quando il bene è superiore numericamente forse ci sarebbe da riflettere sulle conseguenze ovvie di una remata in senso opposto.

Io ci sono, e ci sarò sempre, finché il mio cuore continuerà a battere.

Alessandro Scotto

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